PER IL MIO BENE

Regia: Mimmo Verdesca
Cast: B. Bobulova, M.C. Barrault, S. Sandrelli, S. Ciocca

Trama

Giovanna è una donna forte, autonoma. Guida fieramente l’azienda di famiglia e cresce da sola una figlia adolescente. La sua vita scorre solida, fino a quando in un momento delicato della propria vita, scopre di aver bisogno della persona che per prima l’ha abbandonata, ovvero la madre biologica. Contattata da un avvocato, la donna però continua a rifiutarla. Giovanna decide comunque di andare a cercarla, sicura di farle cambiare idea, ma l’incontro con quella donna misteriosa e ostile porterà a galla verità sconvolgenti.

Recensione

La storia di Giovanna, al centro di Per il mio bene, si focalizza su un tema complesso che qui viene esplorato da un punto di vista poco raccontato, quello di una donna che, ormai adulta e pienamente realizzata, scopre all’improvviso di essere stata adottata, e lo scopre nel momento in cui quell’informazione è funzionale alla sua sopravvivenza. Il diritto alla salute di Giovanna si scontra quindi sin da subito con il diritto all’anonimato della madre che ha scelto di non crescerla e che forse, se fosse stata concepita qualche anno dopo, avrebbe scelto di non metterla al mondo. Perché uno dei punti che tocca il film è sicuramente quello che riguarda il diritto di scelta a diventare madre, a mettere al mondo un figlio e poi a crescerlo. La madre di Giovanna non ha molta scelta quando le accade l’evento che spezza per sempre la sua vita. Un evento tragico da cui partono altre tragedie conseguenti, che le distruggono completamente l’esistenza e la spingono ad allontanarne il frutto. Quando Giovanna, alla ricerca disperata di un modo per salvarsi la vita, bussa alla porta della donna che l’ha partorita, quello che trova è un abisso di solitudine, paura, diffidenza e dolore in cui la donna è sprofondata da decenni e in cui però, la protagonista decide di scavare, prima per arrivare al suo scopo, ma poi, pian piano, per scoprire cosa c’è stato dietro la scelta di lasciarla in adozione. Un film, come detto, che si fa molte domande e le stimola nello spettatore. E lo fa attraverso una storia complessa, piena di umanità, difficile da mandare giù, ma proprio per questo realistica e capace di scavare a fondo nelle pieghe meno raccontate di un tema spesso edulcorato e banalizzato, come quello della maternità e in quello molto poco esplorato, delle adozioni. Il sacrosanto diritto all’anonimato della madre che decide di dare in adozione un figlio, e l’altrettanto sacrosanto diritto alla salute di quel figlio quando di mezzo c’è la genetica, e poi il diritto di scelta di una donna di mettere o meno al mondo un figlio. Le due protagoniste di questo film, forte e sensibile allo stesso tempo, Bobulova e Barrault si fronteggiano in una gara di bravura, mettendosi nei panni di due personaggi diversi, ma entrambi giunti, loro malgrado, alla resa dei conti con la vita.

Data

Giovedì 06 Feb.
Lunedì 10 Feb.

Orario

- Giovedì: 18.30 - 21.15
- Lunedì: 16.00-18.30-21.15

Genere

Drammatico

Durata

100 minuti

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