Ogni anno, il Cinema Fassino di Avigliana, in collaborazione con Nexo Digital, offre un ciclo di incontri intitolati “Arte e Opere Cinema”.
Attraverso questi appuntamenti è possibile ammirare l’arte in tutte le sue molteplici forme e sfaccettature: dal teatro alla danza, dalla pittura alle mostre nei musei più belli del mondo.
Con “Arte e Opere Cinema” hai la possibilità di conoscere le vite dei grandi artisti che hanno fatto la storia; puoi vedere le esposizioni che si stanno tenendo dall’altra parte del mondo stando comodamente seduto sulla poltroncina del divano del cinema; puoi ammirare da vicino gli spettacoli di danza e teatro che sono stati campioni d’incassi.
Ogni appuntamento una sorpresa, ogni incontro una meraviglia!
Sei pronto a scoprire i titoli in programma nei prossimi mesi?!
BORROMINI E BERNINI. SFIDA ALLA PERFEZIONE è il racconto della rivoluzione architettonica di un genio solitario che cambia per sempre l’aspetto di Roma attraverso una sfida personale alle convenzioni e ai pregiudizi, con l’umiltà di apprendere dal passato per inventare il futuro, con il coraggio di portare avanti un’idea pagandone il prezzo fino in fondo. Lo stile di Borromini è riconoscibile, eccentrico, diverso: si distingue da quello dei contemporanei e trasuda un’austera autorità spirituale, con perenni allusioni che evocano l’infinito. Ma questa è anche la storia della rivalità artistica più famosa di sempre, quella tra Borromini (1599-1667) e Bernini (1598-1680) e soprattutto la storia della rivalità di Borromini con sé stesso: un genio talmente legato alla sua arte da trasformarla in un demone che lo divora dall’interno, fino a spingerlo a scegliere la morte, con un gesto drammatico, pur di toccare l’eternità.
Francesco Borromini non ha ancora vent’anni quando arriva a Roma a piedi da Milano, lasciando i genitori e il suo lavoro di umile scalpellino al Duomo per inseguire il sogno di lavorare nel cantiere più prestigioso del suo tempo, la Fabbrica di San Pietro. È il 1619, Roma è il centro dell’arte occidentale, ‘the place to be’ per ogni pittore, scultore, architetto che desideri la gloria e che consideri Michelangelo il suo maestro. È qui che spuntano ogni giorno nuovi cantieri di chiese, fontane, palazzi nobiliari e sedi di giovani e ambiziose congregazioni religiose di tutta Europa: a cominciare dalla nuova Basilica di San Pietro, la Chiesa ha deciso di utilizzare l’arte e l’urbanistica come potente mezzo di fascino e persuasione e come simbolo di grandezza di fronte al mondo, per rilanciare il suo messaggio dopo lo shock provocato dalla Riforma protestante di Martin Lutero. Questa è la storia di Borromini, un giovane nato in Canton Ticino che si trasferisce là dove l’arte del suo tempo ha trovato il suo cuore pulsante. Diventa allievo di Carlo Maderno, che lo prende come suo assistente e rappresenta per lui un secondo padre, si priva di tutto per inseguire un sogno, si fa tutt’uno con la sua arte, senza altra ambizione che quella di riuscire a realizzarla lottando per affermarsi.
BORROMINI E BERNINI. SFIDA ALLA PERFEZIONE si snoda per le vie di Roma, tra Palazzo Barberini, San Pietro, San Carlo alle Quattro Fontane, Sant’Andrea al Quirinale, l’Oratorio di San Filippo Neri, la Basilica di San Giovanni in Laterano, Piazza Navona, la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, Villa Adriana a Tivoli e si spinge poi alla Villa-giardino di Paolo Portoghesi a Calcata, Viterbo, fino ad arrivare alla Tomba di Borromini a San Giovanni Battista dei Fiorentini, dove l’artista riposa ancor oggi.
Al viaggio visivo danno voce e pensiero le rievocazioni in chiave contemporanea, con gli attori Jacopo Olmo Antinori, Pierangelo Menci e Antonio Lanni, e gli interventi degli esperti coinvolti nel film: il critico d’arte e regista Waldemar Januszczak, l’architetto e accademico Paolo Portoghesi, il prof. della Cornell University di Roma Jeffrey Blanchard, il professore associato presso l’Università di Camerino Giuseppe Bonaccorso, la curatrice e critica d’arte Aindrea Emelife, la Professoressa di Storia dell’arte medievale e moderna alla American University di Roma Daria Borghese.
La colonna sonora originale, scritta diretta ed eseguita dal compositore e pianista Remo Anzovino.
16/05/2023
18.30
21.15
Arte
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Il documentario, con la partecipazione straordinaria di Marco Bocci, racconta la vita e l’opera di Perugino partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, e in particolare con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Da Castel della Pieve, un borgo immerso in quei paesaggi, Pietro Vannucci, che solo in seguito avrebbe preso l’appellativo di Perugino, comincia il suo percorso artistico che lo porterà a imporsi nelle capitali creative dell’epoca, Roma e Firenze, a contatto con maestri come Verrocchio, e colleghi come Botticelli e Leonardo da Vinci. Eppure, nonostante Perugino sia stato un artista centrale del Rinascimento, il più famoso e richiesto nel ventennio che va dal 1480 al 1500, la sua fama si è via via spenta con lo scorrere dei secoli fino a giungere ai giorni nostri sbiadita e priva del suo reale valore. Perché questo è avvenuto? Molto ha inciso l’ombra che su di lui hanno gettato gli artisti della nuova maniera, e in particolare Raffaello. Infatti, il Perugino è spesso citato e conosciuto solo come maestro del pittore urbinate. Ma al di là dei meriti di Raffaello, gran parte della sfortuna critica del Perugino si deve anche a Giorgio Vasari, il biografo degli artisti che nelle sue “Vite” relega il Perugino a figura di secondo livello e lo descrive con toni dispregiativi riportando aneddoti e tratti del carattere negativi.
Questo docu-film prova a smentire Vasari, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dell’arte, analizzando le opere nel dettaglio, cercando una verità diversa da quella giunta fino ai giorni nostri. Si parte dalle prime opere perugine come le tavolette di San Bernardino, dove il Rinascimento irrompe a Perugia portato proprio dalla mano e dalle idee visionarie di Perugino. Sempre a Perugia, Pietro realizza il primo capolavoro: “L’Adorazione dei Magi” della Galleria Nazionale dell’Umbria. La consacrazione arriva negli anni 80’ del Quattrocento con gli affreschi della Cappella Sistina, in cui ancora oggi possiamo ammirare “La consegna delle chiavi”. A questo punto, Perugino è l’astro nascente dell’arte italiana e a Firenze apre una bottega sull’esempio del suo maestro Verrocchio. È una bottega perfettamente rodata che sforna moltissime opere e riceve numerose commissioni. L’abilità imprenditoriale di Perugino è incredibile e il marchio di fabbrica dei suoi dipinti, il suo stile, diviene riconoscibile e ammirato e si diffonde in tutt’Italia. Lo spettatore verrà guidato alla scoperta della pittura armonica dell’artista: un equilibrio perfetto tra uomo e natura, realtà e ideale, che caratterizza dipinti come “La Consegna delle Chiavi” della Cappella Sistina in Vaticano, il “Compianto su Cristo Morto” della Galleria Palatina di Firenze, la “Pietà” e “L’Orazione nell’Orto” delle Gallerie degli Uffizi. Perugino inventa composizioni e iconografie che fanno scuola, diffonde un nuovo ideale di bellezza femminile attraverso le sue Madonne, concepisce straordinari cicli ad affresco come nel Collegio del Cambio di Perugia. Negli anni ’80 del Quattrocento, Perugino è rinomato sia a Firenze che a Perugia. Ha addirittura due botteghe e viene richiesto dalle principali corti italiane. Ovunque arrivi la sua arte, i pittori locali ne vengono influenzati e il suo linguaggio si diffonde. È un linguaggio semplice e diretto dal grande portato devozionale. Ed è forse per questo che i dipinti di Perugino vengono risparmiati dai roghi di Savonarola, il frate che prende il potere a Firenze alla metà degli anni ’90 del Quattrocento. Perugino passa indenne anche dalla tempesta di Savonarola: la sua costanza nella pittura e l’impermeabilità del carattere gli permettono di realizzare quadri devozionali di straordinaria bellezza e armonia che vengono presi a modello da moltissimi pittori a lui successivi. Un fenomeno di proporzioni paragonabili solo a quanto accaduto, prima di lui, con l’arte di Giotto. Ma i tempi cambiano e ad inizio ‘500 si fanno strada grandi geni dell’arte come Raffaello, Leonardo e Michelangelo. Le loro invenzioni oscurano la fama del Perugino che, negli ultimi 20 anni della sua lunga vita, è costretto a ritirarsi nella sua Umbria dove dipinge capolavori come “L’Adorazione dei Magi” di Città della Pieve e “Il Martirio di San Sebastiano” di Panicale. Muore di peste nel 1523 a Fontignano, con il pennello ancora in mano. Dopo la sua morte, il genio e l’importanza del Perugino vengono adombrati, dimenticati, travisati. Ma nessuna cattiva lettura può sminuire sua pittura che è ancora in grado di trasmetterci tutta la sua forza e la sua purezza. L’obiettivo del documentario sarà proprio quello di ridare a Perugino il giusto posto nella storia nell’arte, mettendone in luce le novità, i meriti, il carattere, a 500 anni esatti dalla sua scomparsa. Il documentario approfondirà da vicino anche l’allestimento delle due sale interamente dedicate all’artista alla Galleria Nazionale dell’Umbria, raccontando, tra le altre cose, il restauro di alcune delle sue opere.
Così, grazie a riprese suggestive e all’intervento di esperti come il Direttore Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dell’architettura presso l’Università di Firenze Emanuela Ferretti, il Geografo all’Università di Bologna Franco Farinelli, la storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni, PERUGINO. RINASCIMENTO IMMORTALE metterà in luce le peculiarità dell’artista e il suo fondamentale all’interno della storia del Rinascimento. Un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta dei grandi capolavori: dagli affreschi della Cappella Sistina alle due sale a lui interamente dedicate alla Galleria Nazionale dell’Umbria, dal Collegio del Cambio all’Archivio di Stato di Perugia, dalla Biblioteca Augusta alla Cappella San Severo a Cerqueto, e ancora l’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi e la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio Città della Pieve, la Chiesa San Sebastiano a Panicale, la Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, la Galleria Palatina, gli Uffizi, Museo Galileo Galilei, Cenacolo del Fuligno, Liceo Michelangiolo, Archivio di Stato di Firenze, Biblioteca San Marco a Firenze e la Pinacoteca di Bologna.
Il progetto è stato sostenuto da: Ministero della Cultura, Regione Umbria, Arpa Umbria.
05/04/2023
18.30
21.15
Arte
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Dopo essere stato presentato al 75esimo Festival di Cannes, nelle sale italiane L’OMBRA DI GOYA, il docu-film diretto da José Luis López-Linares e scritto da Jean-Claude Carrière e Cristina Otero Roth. Il regista del film campione d’incassi “Bosch. Il giardino dei sogni” ha scelto un team di dodici specialisti di tutte le discipline, tra cui Julian Schnabel, per cercare di decifrare la ricca e sinuosa opera del genio spagnolo in questo suo nuovo affascinante documentario corale.
Eccezionale ritrattista, celebrato pittore della corte spagnola, narratore acuto e spietato osservatore dei vizi, dei paradossi umani e dell’ipocrisia moderna, Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1828) rappresenta uno dei giganti della storia dell’arte. I suoi capolavori, dal Colosso alla Maja vestida, dalla Maja desnuda al 3 maggio 1808, da La famiglia di Carlo IV a Saturno che divora i suoi figli passando per la celebre serie dei Capricci – in cui ha indagato i temi della follia, della stregoneria e degli incubi più inconsci – raccontano una sensibilità straordinaria e una mente in continuo movimento, in perenne ricerca. Una ricerca e un interrogarsi sul destino umano che rappresenta la cifra più impressionante e potente di Goya, dall’infanzia trascorsa a Saragozza, dove emerse per la prima volta la sua urgenza di diventare artista, sino alle “pinturas negras” della Quinta del Sordo, la casa fuori Madrid in cui si ritirò in un drammatico isolamento prima di recarsi a Bordeaux, dove si spegne nel 1828. La fine del Settecento, del resto, non aveva segnato solo la fine di un secolo, ma un passaggio cruciale tra vecchio e nuovo, in bilico tra antiche ossessioni e nuovi indomiti fantasmi. Dopo la Rivoluzione francese, i semi del cambiamento politico e sociale erano stati irrimediabilmente gettati e l’Europa non sarebbe stata più la stessa. È in questo contesto che si muove il dissacrante pittore spagnolo nel cui immaginario e nelle cui creature fantastiche predominano i temi della rivoluzione, del carnevale e della rivolta all’ordine precostituito. Una capacità speciale di indagare i mondi alla rovescia in cui vengono ribaltate tutte le gerarchie: quelle tra servi e padroni, quelle tra uomini e animali, quelle tra maschile e femminile.
Per esplorare le infinite sfaccettature dell’artista, in testa al composito corteo di esperti e appassionati scelti dal regista de L’OMBRA DI GOYA c’è Jean-Claude Carrière (1931-2021), storico amico e collaboratore di Luis Buñuel, sceneggiatore, scrittore, attore e regista, che López-Linares ha avuto la fortuna di filmare un anno prima della sua scomparsa, ripercorrendo con lui le orme di Goya. Nel corso della narrazione ognuno degli intervistati fa luce a modo suo su un artista dall’incredibile ricchezza espressiva (un otorinolaringoiatra si cimenta, per esempio, nel rintracciare nei quadri le conseguenze della sordità del pittore) avvicinando tra loro i tasselli di un viaggio che esplora la relazione tra cultura ed emozioni, cinema e pittura. Invece di prediligere il percorso cronologico, L’OMBRA DI GOYA riesce a spaziare tra opere di periodi diversi con cui Goya smaschera vizi e ipocrisie della sua epoca, tutte collegate tra loro dalla guida acuta e dalle riflessioni illuminanti di Jean-Claude Carrière, che non manca di individuare i legami artistici tra il pittore e il regista di “Un chien andalou”, accomunati dall’essere originari dell’Aragona, dalla sordità e dalla predilezione per una narrazione di tipo surrealista.
Racconta il regista José Luis López-Linares: “Abbiamo passeggiato nei luoghi in cui Goya ha vissuto e dipinto. Jean-Claude Carrière ha condiviso i suoi pensieri su ciò che questi spazi, queste opere e l’atmosfera che regnava in questi luoghi gli ispiravano via via. La sua conoscenza della materia era enciclopedica e le sue riflessioni vivaci (…). Come regista, mi comporto come un archeologo sensibile, un passante che propone idee, emozioni nascoste dietro ogni scoperta. Mi piace pensare che faccio film anche per i morti, per i miei genitori e i miei amici, per Chesterton e Miguel de Cervantes, per il mio bisnonno Alfredo che ha combattuto ed è morto a Cienfuegos, per Goya naturalmente e per Jean-Claude Carrière. Spero che da dove si trova ora, questo film possa piacergli. Volevo che lo spettatore percepisse il più fedelmente possibile ciò che la sordità di Goya ha cambiato nella sua vita e nella sua arte (…). Il nostro approccio è stato quello di cercare di scavare un buco nelle Pitture nere di Goya per vedere cosa c’era dietro”
07/03/2023
18.30
21.15
Arte
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Madama Butterfly è stata rappresentata dalla Royal Opera oltre 420 volte, il che la rende la nona opera più rappresentata nel repertorio della Compagnia. Dalla sua prima rappresentazione al Covent Garden nel 1905, un anno dopo la prima alla Scala di Milano, l’intramontabile storia di Puccini ha affascinato il pubblico. Con una partitura che include alcune delle musiche più strazianti che il compositore abbia mai scritto – dalla famosa aria di Butterfly, “Un bel dì, vedremo”, al “Coro a bocca chiusa” – Madama Butterfly rimane oggi una delle opere italiane più popolari.
La Royal Opera ha intrapreso un lavoro di preparazione di un anno, ascoltando nuove voci per lavorare a una messa in scena fedele allo spirito dell’originale e più autentica nella sua rappresentazione del Giappone.
Le conversazioni tra il team della Royal Opera House, accademici, operatori, interpreti e esperti del mondo asiatico hanno ispirato modifiche discrete ma importanti a diversi aspetti dell’opera, tra cui il trucco, le parrucche, i costumi e i movimenti. La produzione, accompagnata da una mostra che contestualizzava la complessa storia e il contesto dell’opera, è stata inaugurata con grande successo nel luglio 2022.
L’evento al cinema è interpretato da un cast internazionale: l’acclamata soprano italiano Maria Agresta nel ruolo di Cio-Cio-San, il tenore americano Joshua Guerrero nel ruolo del tenente B.F. Pinkerton, il baritono spagnolo Carlos Álvarez nel ruolo di Sharpless e il mezzosoprano inglese Christine Rice nel ruolo di Suzuki. La direzione è affidata a Nicola Luisotti.
Il programma cinematografico della Royal Opera House ha portato l’opera e il balletto al pubblico di tutto il mondo sin dal 2008. Nel biennio 2022/23, ben 13 produzioni del Royal Ballet e della Royal Opera saranno trasmesse in più di 1.300 cinema dal Regno Unito alla Nuova Zelanda. Ogni appuntamento offre al pubblico il miglior posto in sala e include filmati esclusivi raccolti dietro le quinte, interviste e approfondimenti. Il programma è parte integrante del piano della Royal Opera House per espandere il suo pubblico e continuare a contribuire alla ripresa vitale del cinema a livello nazionale e internazionale.
The Royal Opera
MADAMA BUTTERFLY
Music Giacomo Puccini
Conductor Nicola Luisotti
Directors Moshe Leiser and Patrice Caurier
Set designer Christian Fenouillat
Costume designer Agostino Cavalca
Lighting designer Christophe Forey
Cio-Cio-San Maria Agresta
Lieutenant B.F.Pinkerton Joshua Guerrero
Sharpless Carlos Álvarez
Suzuki Christine Rice
Goro Carlo Bosi
27/09/2022
20.15
Opera
Intero € 12,00
Ridotto € 10,00