L’ORDINE DEL TEMPO

Regia: Liliana Cavani
Cast: A. Gassmann, C. Gerini, E. Leo, K. Rappoport, R. Sammel

Trama

Pietro ed Elsa sono una coppia di lungo corso con una figlia adolescente, Anna. Si avvicina il cinquantesimo compleanno di Elsa e gli amici storici si riuniscono per festeggiarla nella casa sul litorale laziale. Fra loro tre esperti di fisica: Enrico, da sempre innamorato di Paola, che però è venuta alla festa con il marito Viktor; Greta, accompagnata dallo psicanalista Jacob; e la ricercatrice Giulia. A loro si aggiunge la giornalista Jasmine. Due degli scienziati sanno qualcosa che è ignoto a tutti gli altri: l’asteroide Anaconda sta viaggiando a velocità altissima attraverso il sistema solare e rischia di abbattersi sulla Terra, distruggendola. È dunque il momento di tirare le somme della vita di ognuno dei presenti, che potrebbero essere spazzati via da un momento all’altro: il che significa fare un bilancio delle loro esistenze e delle loro relazioni.

Recensione

“L’ordine del tempo”, è il film forse più leggibile di Liliana Cavani, non il più coraggioso, ma il più immediato, forse quasi un instant movie che traduce la precarietà dei nostri giorni (dei nostri anni) con le minacce che incombono, precarizzando il senso del futuro e deformando il tempo in un eterno presente che vive anch’esso solo su un momento che si continua a moltiplicare di continuo. Il film trae spunto da un trattato scientifico di Carlo Rovelli. Liliana Cavani interviene dunque sulle ansie delle guerre e su quelle che ci fanno immaginare visioni apocalittiche del futuro non prefigurabili, né prevedibili. Un racconto collettivo, un film che sembra uscito dalla fucina di Ozpetek con i suoi personaggi riuniti in una villa sul mare. Se l’aspetto del film è quello di un racconto morale che sceglie la collaudata strada dell’amicizia tra adulti per lavorare sui caratteri e sui rapporti, “L’ordine del tempo”, pur assomigliando a questa categoria di film, in realtà si distacca da quelli per lavorare su una certa opposta pesantezza dell’esistere, su quel senso di precario che consuma l’esistenza nell’ansia del futuro opposto ad un presente insoddisfacente. C’è un clima di sottile angoscia spezzato da finte allegrie dietro un bicchiere di spumante. Non è neppure d’aiuto la razionalità scientifica di Enrico che non può consolare i suoi amici e neppure Paola, il suo vecchio e tormentato amore. Chi davvero pensa al futuro è la giovane donna di servizio peruviana che concretamente decide di lasciare tutto per tornare a vedere il figlio cresciuto in sua assenza. Il problema del film è la sua piena immersione in una borghesia a suo modo sfinita e abbastanza incapace di percepire il dolore che viene d’altrove. Una classe sociale che si richiude in sé stessa per passare in rassegna i propri errori e confessarli in vista di una possibile fine, di una probabile redenzione da tutti i peccati. Il tempo è distorto e lo spazio si curva, come sa Enrico, e quello del racconto della regista emiliana si dilata e si restringe e attraverso una sequenza arricchita dalla voce di Leonard Cohen ci consegna l’unica piccola felicità in un film che nonostante l’ottimismo di fondo, traduce una paura inspiegabile che però non ha contatto con il mondo.

Data

09-05-2024
13-05-2024

Orario

- Giovedì: 18.30 - 21.15
- Lunedì: 16.00 - 18.30 - 21.15

Genere

Commedia

Durata

112 minuti

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