L'ULTIMA LUNA DI SETTEMBRE

Regia: Amarsaikhan Baljinnyam
Cast: A. Baljinnyam, T.-E. Garamkhand, D. Sovd, D. Sharaw

Trama

Tulgaa è da tempo andato a vivere in città lasciando il villaggio nella campagna della Mongolia. Una telefonata lo avverte che il padre sta per morire e lui lo raggiunge. Dopo il decesso mantiene la promessa fattagli di portare a termine il lavoro di fienagione. Nei campi lo raggiungerà Tuntuulei, un ragazzino decenne che vive con i nonni. I due, poco a poco, impareranno a conoscersi.

Recensione

Ne “L’ultima luna di settembre” è descritto un mondo rurale del quale l’uomo è ospite che, pur non essendo né selvaggio né inospitale, lo fa adeguare a una vita fatta di agricoltura e allevamento e, più di tutto, ogni azione non è finalizzata all’accumulo, bensì alla semplice sussistenza. Ciò in cui riesce impeccabilmente il regista, considerando l’aspetto contenutistico del film, è far calare perfettamente lo spettatore nella logica di quel tipo di vita che è, di fatto, più simile alle inclinazioni esistenziali, mostrando parallelamente e con chiarezza il disorientamento di un uomo che ha imparato a preferire la città. Tulga viene a salutare il padre e s’impegna per qualche settimana a falciare un prato per mettere da parte del fieno destinato al bestiame. In quei giorni farà la conoscenza del piccolo pastore Tuntuulei e dei suoi nonni e tante cose si scioglieranno nel suo cuore. La pellicola è lontanissima dalle retoriche di uno sguardo industrializzato pentito sulla natura selvaggia, non ha nulla di rievocazioni hippie on the road. È una battuta d’arresto di fronte al silenzio tombale di un paesaggio sterminato rotto solo dal ronzio di qualche insetto, ma è soprattutto l’angoscia dell’uomo moderno disperso e infantilizzato che fugge con immaturità da qualunque cosa lo faccia stare davanti a se stesso, soprattutto la semplicità di un ragazzino che ha ben presente ciò che conti nella vita: costruire relazioni autentiche. Per alcuni aspetti è straziante il film di Amarsaikhan Baljinnyam, ma riesce a consegnare risposte molto lineari allo spettatore, palesando l’impronta di un autore che sa intimamente ciò che sta facendo vedere attraverso le immagini che sceglie. “L’ultima luna di settembre” è il film d’esordio dell’attore mongolo Amarsaikhan Baljinnyam che, oltre ad aver scritto la sceneggiatura, ha anche ricoperto il ruolo da protagonista. Durante la sua carriera, vissuta prevalentemente nel suo Paese, si era già sperimentato nella scrittura di lungometraggi con Under the turquoise sky del 2021, ma questa volta sceglie di spostarsi dietro la macchina da presa per il profondo legame con la sua terra e il bisogno di raccontarlo. La storia è tratta da un romanzo breve scritto da T. Bum-Erden intitolato Tuntuulei, che è il nome dell’altro giovane protagonista, interpretato dal piccolo e talentuoso Tenuun-Erdene Garamkhand. Amarsaikhan Baljinnyam, decide così di rielaborare il testo di Tuntuulei e trasformarlo ne “L’ultima luna di settembre” con lo scopo di mostrare la Mongolia al mondo occidentale o, meglio, raccontare l’incursione dell’uno attraverso l’altra.

Data

22-02-2024
26-02-2024

Orario

- Giovedì: 18.30 - 21.15
- Lunedì: 16.00 - 18.30 - 21.15

Genere

Drammatico

Durata

90 minuti

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