THE OLD OAK

Regia: Ken Loach
Cast: D. Turner, E. Mari, D. Honeywood, C. Rodgerson

Trama

The Old Oak è un posto speciale. Non è soltanto l’unico pub aperto in una ex cittadina mineraria nel nord est dell’Inghilterra, è l’unico luogo pubblico in cui le persone possono ritrovarsi. TJ Ballantyne lo tiene in piedi con buona volontà, ma rischia di perdere una parte degli affezionati avventori, quando nel quartiere vengono accolti alcuni rifugiati siriani. In particolare TJ si interessa alla giovane Yara che si è vista rompere, con un atto di intolleranza, la macchina fotografica a cui tiene in modo particolare. Per l’uomo è l’inizio di un tentativo di far sì che le due comunità possano trovare un modo per comprendersi.

Recensione

Ha un gran rigore “la vecchia quercia”: più vicino agli anni novanta che ottanta, insieme al fidatissimo e bravissimo sceneggiatore Paul Laverty, Ken Loach realizza un film pulito, semplice, lineare, limpidissimo negli intenti e nella forma, dove i due protagonisti: Dave Turner, già tra gli interpreti di Sorry, We Missed You e I, Daniel Blake, ed Ebla Mari, venticinquenne insegnante di recitazione siriana, sono continuamente circondati, protetti, ostacolati dal coro mutevole dei rifugiati e dei locali. Non ci sono buoni e cattivi tra i personaggi, solo gente infelice e impoverita che la miseria e la disillusione spingono all’astio e all’aggressività. Loach li segue, li controlla, non eccede, non bara; persino ti aspetti quello che succede. Eppure “The Old Oak” non è mai banale, “telefonato”, risaputo. Sappiamo dove vuole portarci e sappiamo che non ci resta che assecondarlo, perché la misura della speranza sta proprio in quelle pieghe della storia, e in quelle piccole storie personali intraviste, sfiorate da una macchina da presa che sa ritrarsi, sa mettersi in secondo piano rispetto all’idea che vuole rappresentare. Probabilmente un’utopia, ma fa solo bene all’intelligenza e all’immaginazione continuare a coltivarla, continuare a credere che il gonfalone con la vecchia quercia e il suo motto tessuto dalle donne siriane possa davvero marciare ancora. Un invito a non rinunciare  alla  speranza,  a  mostrare  forza,  solidarietà e  resistenza,  elaborando  lutti, combattendo paure e pregiudizi, accogliendo e rispettando l’altro, coltivando il senso di appartenenza a comunità polverizzate da crisi economiche e sociali.

Data

08-02-2024
12-02-2024

Orario

- Giovedì: 18.30 - 21.15
- Lunedì: 16.00 - 18.30 - 21.15

Genere

Drammatico

Durata

113 minuti

In abbonamento

Incluso in abbonamento