Regia: Neri Marcorè
Cast: A. Paradossi, N. Marcorè, M. Gastini, A. Ferraioli Ravel, W. Leonardi.
Ricardo Zamora (1901-1978), spagnolo, è stato uno dei più grandi portieri della storia del calcio. È il soprannome che si ritrova inopinatamente affibbiato il contabile Walter Vismara quando millanta – senza aver mai visto un pallone – di saper giocare in porta. Siamo a Milano, nel 1965, in una “fabbrichetta” dove il giovane si è appena trasferito dalla natia Vigevano: l’arrivo nel la metropoli è già di per sé traumatico, a peggiorare il tutto c’è il cavalier Tosetto, titolare della ditta e tifosissimo dell’Inter di Herrera, che pretende dai suoi dipendenti un impegno totale nelle partitelle aziendali. L’esordio di Walter è disastroso, ma per fortuna nel bar del quartiere c’è il Cavazzoni, già estremo difensore del Milan, un tipo in disarmo e bisognoso di soldi: sarà il suo mentore, gli insegnerà a stare in porta e soprattutto a stare al mondo, arte nella quale il ragazzo ha bisogno di molte lezioni…
“Zamora” è una pregevole opera prima che ambienta un racconto sul riscatto e l’amicizia in una città e un’epoca cruciali per la letteratura, la musica e il cinema dei nostri anni Sessanta. Neri Marcoré debutta dietro la macchina da presa con originalità e, al contempo, con una nota personale anche se il film si ispira al romanzo del giornalista sportivo Roberto Perrone. Il regista si rispecchia in Walter ma, per ragioni anagrafiche, si cuce addosso il personaggio dell’ex portiere Cavazzoni. Costui, uscito dal mondo del professionismo in seguito ad uno scandalo, più che vivere si lascia vivere trovando però una ragione di riscatto nell’allenare segretamente Walter cercando di prepararlo nel modo più adeguato possibile all’incontro che lo attende. Due personalità che affrontano i propri disagi finendo con il divenire l’uno il sostegno dell’altro. Una volta tanto anche il versante romantico viene trattato con la dovuta misura e deprivato dei luoghi comuni che spesso il cinema ci propone. Un apprezzamento ulteriore merita di essere sottolineato: Marcoré è un attore di vaglia e lo si vede non solo nella sua interpretazione (e sarebbe scontato). Lo si può apprezzare nella selezione di un cast in cui non c’è un interprete che non sia adeguato al ruolo affidatogli. A partire da Alberto Paradossi, che diventa un Walter a cui vengono richieste variazioni di atteggiamento successive, fino ai caratteristi (si veda in particolare l’arbitro) per non dire all’ultima comparsa. Irresistibile poi il confronto tra un Giovanni e un Giacomo rivali in ambito calcistico in un film che sa essere divertente e produttivo di riflessioni senza mai perdere di vista la giusta misura.
18-04-24
22-04-24
- Giovedì:18.30 - 21.15
- Lunedì: 16.00 - 18.30 - 21.15
Drammatico
100 minuti
Non incluso in abbonamento